Cosa fa un Sociologo?

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Il Sociologo vede ciò che gli altri non riescono a vedere.

In Italia, La figura di questo professionista è stata, negli anni, scarnata e messa all’angolo. Il suo lavoro è stato coperto da professionalità non idonee. I problemi di uno Stato e di una società che commette tali errori si svelano, oggi, in maniera preoccupante.

 

Quindi: cosa fa un sociologo? Proviamo a chiarirlo andando a vedere quali ruoli può coprire, dove può lavorare e di cosa si occupa (se sei interessato alla materia informati meglio in questo articolo).

 

Il sociologo analizza, progetta e realizza progetti di ricerca per rispondere a specifiche domande di conoscenza.

Monitora e valuta la valenza delle ricerche di terzi.

 

Nelle aziende private (profit e non profit) e nelle società di consulenza gestisce le risorse umane, progetta e la realizza analisi volte a rispondere ai problemi organizzativi individuati, suggerendo interventi pratici, quali: cambiamenti di politica di gestione delle risorse, riformulazione degli obiettivi aziendali, istituzione di nuovi servizi, programmazione attività ed altro… Realizza inoltre, sistemi di indicatori sociali e sistemi informativi per la gestione dei dati; analizza i processi aziendali, realizzando e monitorando indicatori di qualità e di miglioramento; cura gli aspetti legati alla responsabilità sociale dell’azienda, dalle procedure per l’adeguamento dei processi agli standard internazionali (SA 8000, AA 1000, ISO 26000), all’elaborazione del bilancio sociale.

 

Nell’area Marketing collabora alla progettazione e realizzazione di ricerche di mercato, attività di benchmarking, customer satisfaction, ecc. 

 

Nelle aziende pubbliche realizza, analizza e valuta le politiche sociali, culturali, educative, dell’immigrazione, ambientali, economiche e del lavoro; suggerendo gli interventi pratici che ritiene più idonei.

 

Nelle ONG/associazioni progetta e mette in atto interventi – in Italia o all’estero – per rispondere a bisogni rilevanti per le comunità locali (implementazione di politiche sociali, culturali, educative, urbane, ecc.).

 

Analizza, pertanto, in profondità i fenomeni sociali, anche nei loro aspetti problematici; individua problemi teorico/pratici e formula interrogativi di ricerca o di intervento; elabora e realizza disegni di ricerca per rispondere alle domande di conoscenza e ai problemi individuati.

 

Inoltre, monitora e valuta i processi e gli esiti delle ricerche e degli interventi, anche al fine di fornire indicazioni a coloro che devono prendere decisioni (politici, amministratori, dirigenti, liberi professionisti, privati).

 

Nell’esercizio del suo lavoro collabora frequentemente con altri specialisti, quali: economisti, statistici, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, informatici, antropologi, giuristi, epidemiologi e altri. Infatti, all’interno delle organizzazioni, contribuisce a dare una lettura dei fenomeni e dei problemi, mettendo in relazione e facendo dialogare tra loro questi professionisti.

Folla che attraversa le strisce pedonali

In ambito operativo:

  • individua la domanda formulando la ricerca e analizzando gli studi già esistenti. Quindi individua nuovi interrogativi di tipo cognitivo – che possano contribuire ad un avanzamento della conoscenza – e problemi di singole organizzazioni, sistemi sociali, aree territoriali, gruppi sociali e altro, rilevando gli obiettivi conoscitivi o pratici del cliente. Arriva, così, a formulare risposte alle domande conoscitive o ai problemi organizzativi individuati.
  • elabora il progetto di ricerca stabilendo: la metodologia, il campione, gli strumenti di rilevazione (questionario, focus group, ecc.), i sistemi di monitoraggio e di valutazione.
  • realizza studi di fattibilità per valutare se le richieste del cliente sono realizzabili.
  • valuta economicamente i costi, i tempi e la praticabilità delle attività di ricerca.
  • realizza la ricerca utilizzando tecniche quantitative o qualitative di rilevazione dei dati e/o di estrazione dei dati da fonti esistenti.
  • analizza i dati e redige il rapporto di ricerca utilizzando specifiche tecniche di analisi e presentando i risultati ottenuti alla committenza, o alla comunità scientifica, utilizzando una modalità comunicativa adatta ed evidenziando eventuali scostamenti tra obiettivi ex ante ed obiettivi ex post.

 

Il Sociologo deve essere dotato di creatività (ricercare soluzioni originali ed efficaci, approcciare in modo creativo a problemi di lavoro, tentare soluzioni non convenzionali, sviluppare un ambiente favorevole all’innovazione); flessibilità ed adattabilità (modificare comportamenti e schemi mentali in funzione delle esigenze del contesto lavorativo; sapersi adattare ai cambiamenti e alle emergenze, lavorare efficacemente in situazioni differenti e/o con diverse persone o gruppi); orientamento al cliente/utente (anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze del cliente interno/esterno e predisporre soluzioni personalizzate, efficaci e soddisfacenti dal punto di vista della qualità del servizio reso); orientamento all’innovazione (essere aperti a idee e approcci nuovi, saper individuare e cogliere le opportunità, non temere l’errore ma viverlo come un’occasione di apprendimento e miglioramento); pensiero concettuale (riconoscere modelli astratti o rapporti fra situazioni complesse, definendo problemi anche mediante l’uso di metafore e analogie; ricomporre idee, questioni e osservazioni in concetti; identificare aspetti chiave di situazioni complesse).