Era notte, erano le 3:30, ero in una polveriera militare… circondato da filo spinato e ordini assurdi.
E lì ho capito qual è il vero valore della libertà, lì ho capito che la mia vita doveva cambiare.
Ho capito che non volevo più vivere secondo le regole di qualcun altro.
Dopo la mia prima laurea, mi sono arruolato nell’esercito.
Non per mancanza di idee, ma per una scelta precisa: volevo osservare, comprendere e studiare le dinamiche sociali del potere, dell’obbedienza, della leadership sul campo.
Come sociologo, desideravo andare oltre la teoria.
Ma una cosa non l’avevo prevista: quanto sarebbe stato difficile accettare ordini da chi non ascolta.
Ti racconterò un episodio che ha cambiato tutto per me.
Un episodio che mi ha fatto capire che la libertà non è un lusso, è una necessità profonda.
E se anche tu oggi ti senti bloccato in una vita che non ti rappresenta, forse questa storia può offrirti uno specchio, o magari un primo passo verso la tua libertà.
E se hai voglia di approfondire, qui trovi il mio video sull’argomento.
Chi sono e perché questo ti riguarda
Mi chiamo Angelo.
Oggi sono un sociologo, un imprenditore e un formatore.
Ho aiutato oltre 600 progetti a prendere forma, ho creato diverse aziende e ho sbagliato tanto lungo il mio percorso.
Ma niente di tutto questo sarebbe successo se non avessi vissuto un momento chiave: una notte in una polveriera militare.
Il punto di rottura
Era la terza volta che prendevo servizio in polveriera.
Un luogo surreale: filo spinato, torrette di controllo, orari massacranti divisi in 3 fasce giornaliere.
Nessun contatto con l’esterno.
Nessun diritto di scelta.
Durante un turno notturno, alle 3:30, entro in un gabbiotto per un’ispezione.
Sui muri trovo incisioni lasciate da soldati prima di me.
Una frase mi colpisce: “Nella polveriera dovrai stare… finché un 5 o un 8 non compare…”.
Pensai al famoso film “Jumanji” del 1995.
Risi, all’inizio.
Poi smisi.
Perché quella frase era vera: non eravamo liberi.
Eravamo dentro un gioco con regole arbitrarie.
Un gioco fatto per spegnere la volontà.
E in quel momento, in uno dei periodi più bui della mia vita, in quella prigione di cemento, compresi: la vita è un gioco solo se giochi per la tua libertà.
Perché la libertà è il mio valore guida
Quella notte capii che la mia insoddisfazione non era svogliatezza.
Era amore per la libertà.
Volevo scegliere su cosa lavorare.
Volevo decidere dove essere, con chi stare, come vivere.
Volevo tempo, silenzio, possibilità.
Da quel momento, la libertà è diventata il mio parametro di scelta in ogni cosa.
Rifiutai il rinnovo del contratto. Mi congedai.
Mentre altri accettavano per lo stipendio fisso, lo status, la “sicurezza”, io avevo compreso una verità più grande:
Non posso rinunciare alla mia libertà per un falso senso di sicurezza.
Come puoi riconoscere (e inseguire) la tua libertà
La libertà non arriva per caso. Va conquistata.
Ma tutto parte da una domanda onesta: dove ti senti in trappola oggi?
Fermati e chiediti:
- quali decisioni stai prendendo per abitudine, non per scelta?
- quanto del tuo tempo appartiene davvero a te?
- cosa cambieresti, se non avessi paura?
Io non ti dirò mai di mollare tutto domani.
Ma puoi iniziare oggi stesso a progettare il tuo spazio di libertà.
Un passo alla volta.
La mia libertà l’ho costruita con pazienza, con cadute, con scelte scomode.
Oggi sono libero di lavorare con chi voglio, dove voglio, come voglio.
Libero finanziariamente, emotivamente, creativamente.
E se ce l’ho fatta io partendo da un gabbiotto nella notte, puoi farcela anche tu.
Quindi, Qual è oggi la cosa che ti fa sentire meno libero?
Individuala. Distruggila.
Perché la libertà è la sola cosa che, se la perdi, ti accorgi subito di quanto ti manca.
Un abbraccio,
Angelo